È passato esattamente un mese dalla mia partenza. Le cose procedono placidamente, i contatti sono in contatto, ma non quanto vorrei e quanto vorremmo. Perciò faccio questa cosa un po’ cciovane di aprire un blog, così io vi racconto e voi se volete leggete oppure no. Un gruppo what’s up non basta, soprattutto perché ho sempre il cellulare scarico e non faccio mai foto alle cose che vorrei mostrarvi, e finisce che poi è notte (da me) e vorrei scrivere qualcosa ma penso che poi sveglierò qualcuno inutilmente e quindi rimando a domani ed è subito sera. Mettere le cose su Facebook non mi piace, poi si inserisce in mezzo gente sgradita che dice cose, commenta, si palesa quando nessuno vorrebbe.
Perciò un blog. Come fosse il 2007 e fossimo su myspace – io ho sempre voluto un blog myspace, peccato al tempo non avessi davvero nulla da dire al mondo, non ancora. Non che ora sì, eh, ma a voi, al mio mondo, qualcosa voglio dirla.
So di aver incontrato tante persone speciali in questi ultimi anni, al punto che ho la grande paura che una botta di culo del genere non mi capiterà più e che sono stato uno sciocco a mettere un oceano tra me e voi. Ho tanto paura di aver fatto una cazzata. Al contempo penso che, se di botta di culo si è trattata, be’ allora meno male averla avuta, perché in questi sentieri che si biforcano nulla ci costringeva ad incontrarci, e invece è successo, e ne sono tanto felice, tanto da temere di perdervi.
Perciò un blog, anche se è solo la mia voce a dire le cose e voi a commentarle o leggerle o ignorarle. Se non va bene, allora fattevi i blog vostri, io li leggerei – infatti li ho letti e li leggo.
Qua sono le 22 passate del 3 ottobre 2016 (seguirà presto post con specifiche tecniche sul fuso orario, per chi è rimasto indietro), io sorseggio l’ultima lacrima di Jägermeister (dimenticato in congelatore dal coinquilino che ho sostituito) in questo delizioso bicchierino che purtroppo i canadesi hanno rovinato con stampe pornografiche di donnine leggere:
Sono in camera, nel salone Claire, Estelle e Tizia X di cui dovrei sapere il nome forse Raphaelle? ma che ne so però è due volte che viene qua e me sa che è amica di Claire, insomma loro giocano a Cluedo. Bob intanto dorme. Domani farò un post sulla casa, quelle foto tanto promesse che non sono arrivate mai, e vi racconterò un po’ di tecnicismi su chi vive nella casa.
Intanto spero stiate dormendo sonni tranquilli. Vi abbraccio,
a
P.s. Questo oggi all’ufficio degli studenti internazionali, appeso dalla parte non raggiungibile dagli avventori, quindi tutto ad uso e consumo del personale burocratico:
1. Faccio comunque da correttore di bozze. «Perciò un blog, anche se è solo la mia voce a dire le cose e voi a commentarle o leggerle o ignorarle. Se non va bene, allora fattevi i blog vostri, io li leggerei – infatti li ho letti e li leggo).» Hai aperto una parentesi che non chiudi. O non ci vedo perché I LACRIMONIMALIMORTÉ?
Capolavoro le moustaches.
Anche io avevo paura di perdervi partendo. Con una s’è sviluppa crisi. Con voialtri no.
E voglio pensare che non sia stato tutto caso o culo; e la mia esperienza polacca dimostra che non è un caso isolato; la tribù è ancora dispersa, continuiamo a cercare! ❤
m.
LikeLike
2. Visto che non mi fa modificare il primo commento (ma il numeretto sembrava averlo previsto, come quella storia dello scambio di soldino) aggiungo che
È INUTILE che fai finta di aver fatto quella foto lungo il fiume. I nostri informatori ci dicono che sei un figlio degenere di mamma Manituana e ancora non sei andato a guardare la tua nuova acqua scorrere.
Shame
shame
shame
LikeLike
In realtà volevo mette una foto della facciata di casa, ma ieri era troppo freddo per uscire. Casomai nei prossimi giorni! E sì, andrò a vedere l’acqua.
LikeLike
Ti fa bene uscire al freddo, ti tempra. Inizi ad abituarti.
Qui pioggia da due giorni, di quella pioggerellina belga che non la vedi e invece fa effetto zompo-vestito-in-un-lago. Freddo e vento. Tè caldo. E oggi prima lezione di ebraico!
LikeLike